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giovedì 15 marzo 2018

di Antonello Fiorucci
In ottobre, ho rappresentato un gruppo di persone che si era unito per il congresso con posizioni critiche rispetto all’esistente. Quelle posizioni insistevano su una realtà che oggi è stata superata, in peggio, dai fatti, imponendo a tutti e non solo a noi una dolorosa riconsiderazione del contesto politico locale e nazionale. 
Troppe scelte sono state basate su una logica fatta di nomi e di appartenenze che ha ingabbiato i dibattiti, ha distorto le dinamiche della partecipazione e della selezione della classe dirigente e ha trasferito le fragilità e le ostilità dei singoli prima nel Partito e poi nelle Istituzioni da esso guidate. I risultati sono disastrosi e hanno portato alla lacerazione dei rapporti, alla distruzione di capitale umano e politico prezioso per il centrosinistra e per la città e all’allontanamento dell’orizzonte collettivo come obiettivo dell’azione politica individuale. 
Questa realtà ci impone di superare la logica di nomi e guerre interne. Non è possibile procrastinare ancora un confronto con ciò che è giusto ed importante per la città e che ci consenta di tornare a credere che un’idea possa unire laddove i nomi hanno diviso, in uno spazio sgombro dai personalismi che ancora oggi lo occupano.
Per questo occorre un percorso senza scorciatoie, basato su un’unità reale e non solo affermata, sul solco tracciato dalla direzione nazionale del partito. Serve un Partito Democratico vero, nell’anima e nelle pratiche.
In primo luogo, è cruciale l’individuazione di un garante di massimo profilo politico, interpretato da un’individualità non impegnata nelle istituzioni e riconosciuta come tale dall’assemblea comunale, organo sovrano del partito, che possa dedicarsi integralmente al compito arduo di accompagnare il PD cittadino fuori dai percorsi, collettivi e personali, che fino ad oggi non hanno generato che divisioni, facilitando un confronto più disteso ed inclusivo possibile. 
Deve poi essere avviata una approfondita valutazione politica dell’esperienza di governo cittadino, che sappia mettere in luce sia i meriti sia, soprattutto, i tanti errori commessi e che possa consentire al partito di presentarsi con consapevolezza e trasparenza ai ternani.
Inoltre, vanno avviate assemblee di circolo aperte alla partecipazione degli elettori e dei simpatizzanti per raccogliere le opinioni, le idee e le proposte di quel partito diffuso che dovrebbe essere il cuore pulsante del popolo democratico.
Tale lavoro sarà funzionale alla definizione di una documento programmatico condiviso sul quale incardinare la celebrazione, per la prima volta nella nostra città, di primarie aperte di coalizione per la selezione del candidato sindaco del centrosinistra nelle prossime elezioni amministrative. 

E’ mia convinzione che se tale percorso sarà messo in piedi, definito nelle sue tempistiche e nei suoi obiettivi, il PD potrà fornire un servizio alla città e a se stesso, rendendo giustizia alla sua anima e definendo una sana prospettiva per il futuro della sua azione politica ed amministrativa nella nostra comunità. 

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