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martedì 19 dicembre 2017

di 
Enrico Melasecche, Lista Civica “I love Terni” 

L’AUMENTO DELLA PRESSIONE FISCALE E TARIFFARIA RENDE LA CRISI NERA ANCOR PIÙ NERA. 
Questo PD aumentando l’IMU su tutti gli immobili professionali uccide artigianato, commercio, spinge molte partite IVA verso la marginalità, taglieggia i risparmi delle famiglie. Produce disoccupazione e miseria. Il tutto con procedure di assoluta prepotenza. 

Leggere i comunicati stampa della neo segretaria comunale del PD, i cui interessi sembra fossero fino a ieri circoscritti alle corse podistiche, obbligano a riflettere. 

Mentre Cavicchioli tacciava  come una bestemmia, in questa fase di crisi terribile per la città, gli aumenti di imposte e tariffe ed il taglio dei servizi essenziali come un vero e proprio “assassinio deflazionistico”, adesso il nuovo corso che avanza, quello del “resistere, resistere, resistere”, giustifica il tentativo di scaricare sui ternani il peso dei debiti fatti dal PD con “una più equa distribuzione dei redditi”. 

Caro sindaco, ci chiarisca bene le idee, lei vuol redistribuire la ricchezza (non prodotta) oppure vuol redistribuire i debiti fatti illegalmente da lei e dal suo predecessore? 
Qualcuno dovrebbe spiegare ai cittadini  che quello che vi accingete a fare la prossima settimana convocando a mitraglia consigli comunali dalla mattina di lunedì 18, consecutivamente tutti i giorni, fino a sabato 23 con un’operazione vergognosa volta solo e soltanto ad impedire che i ternani possano andare a votare a primavera. 

Il tutto sta avvenendo con riunioni segrete di maggioranza senza uno straccio di conferenza dei capigruppo di cui fa parte l’opposizione. 
Credo opportuno che il vice presidente del consiglio Brizi, estromesso da questo fuoco di fila contro i diritti minimi della minoranza, rassegni per protesta le dimissioni perché ci manca solo di ascoltare un nuovo “discorso del bivacco in un’aula consiliare sorda e grigia”...... e la frittata è fatta. 
Due gli obiettivi prenatalizi del sindaco: l’approvazione del bando per la svendita delle farmacie e l’aumento al massimo dell’IMU. 

La prima costituisce la dimostrazione plastica della totale incompetenza di questa sinistra. La soluzione Arezzo, che ho proposto in tutti i modi in questi anni, avrebbe visto nel bilancio delle farmacie comunali 15 milioni in più rispetto ai 6 milioni di perdite di Terni, la differenza è di gran lunga superiore ai 7 milioni che ricaveranno portandole oggi al banco di pegni. 

La seconda delibera di 700 pagine porta l’IMU al massimo, anticamera della disoccupazione e della miseria, deprime gli investimenti, allontana quei pochi “capitani coraggiosi” che fanno impresa non assistita qui a Terni e quelli che sarebbero intenzionati a venire e porta alla chiusura quelle  le imprese edili che con l‘edilizia hanno prosperato e creato un indotto notevole oltre ad aver pagato al Comune milioni di contributi con la c.d. Bucalossi che, istituita per realizzare strade, ponti, fognature e pubblica illuminazione, oggi il Comune realizza  (si fa per dire) solo a debito. 

Chiedo che la III Commissione, prima di un voto sbrigativo e colpevole, accerti e si confronti su  cosa pensano e propongono sindacati ed associazioni di categoria e professionali di questa follia. Assindustria, Confcommercio (dopo il fallimento del progetto di rilancio del “centro commerciale naturale”), Confartigianato, CNA, Confesercenti ma la stessa Camera di Commercio hanno proposte, hanno idee o critiche da fare? 
L’ordine degli ingegneri, degli architetti, dei commercialisti  e tutti gli altri nulla hanno da dire in proposito? Può passare sotto silenzio una manovra come l’attuale che spinge la città verso una stretta ulteriore senza che i responsabili ne rispondano? 
A Terni, questo PD, per uscire dalla crisi, piuttosto che echeggiare la manovra economica di Renzi, sembra seguire le orme di Fratoianni, degno erede di Vendola per isolare l’Italia portandola allo sfascio. 
Se occorreva una cartina di tornasole per giudicare questa parabola discendente di una classe politica che ha fatto fallire tutti gli obiettivi di medio e lungo periodo che la città si era dati a fine anni ‘90 oggi l’abbiamo: taglio ai servizi essenziali, aumento di tasse e tariffe con una macchina comunale che, dopo nove anni di governo di questo sindaco, per dichiarazione diretta dello stesso, inefficiente (incredibile ma vero!) .....per colpa dei dipendenti! 
Intanto Terni continua a scendere verso il Sud. 
Lo stesso incremento fin troppo tardivo della raccolta differenziata, ultimi in Umbria, avrebbe dovuto portare ad una reale “tariffa puntuale familiare” dimezzata rispetto alla TARI odierna, mentre il risparmio, merito dei cittadini, invece di abbattere la TARI, viene invece utilizzato per coprire i buchi di bilancio.



                    

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