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venerdì 26 maggio 2017


Dopo il comunicato dell'Amministratore Unico Longarini, lo sconcerto in città è naturale, c'è chi gioisce per la fine di un'era e chi intravede lo spettro dei dilettanti. Difficile prendere una posizione netta ma sputare sul piatto dove tutti abbiamo gioito, per una salvezza insperata e travagliata onestamente non ci sto.

Non sono un ammiratore di Longarini ma nemmeno un denigratore a tutti i costi, Terni è una città depressa in tutti i sensi, sia economicamente che moralmente, un territorio che si trincera dietro ad un'ipocrisia inaudita, frutto di una dietrologia politica demagogica ormai sopita. 

Ci meravigliamo di un'amministrazione in stato vegetativo che con coraggio prova ad andare avanti e non ci accorgiamo che investire soldi a Terni, in un progetto sportivo con impianti obsoleti e strutture insufficienti è difficilissimo.

Il rammarico è grande, dopo una salvezza al fotofinish creata dalla scommessa Liverani e dal rigenerato Pagni perdere la categoria sarebbe un peccato imperdonabile.

"Non fasciamoci la testa, prima che sia rotta" ma con consapevolezza ragioniamo sul futuro di una città, per crescere serve una svolta e senza obiettivi a lunga scadenza chi ci mette la faccia? 

Avventurieri, riciclatori o chi lavora per interposte persone, lo scenario attuale non credo che ci riservi niente di meglio.

"L'usato sicuro, senza batter ciglio, a questo punto forse era più conveniente".


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